È un viaggiatore irlandese, Patrick Walton, che nel 1235 inventò l'allevamento sui Bouchot. Vittima di un naufragio nella baia di Aiguillon, in Nuova Aquitania, si stabilisce e si dedica alla cattura di uccelli acquatici usando reti tese tra pali piantati in mare.
Si accorge subito che i pali iniziano a coprirsi di cozze, moltiplica quindi il numero di pali creando una vera e propria "foresta" in mare, battezzando sua invenzione con le parole "bout" e "choat": staccionata di legno.
Con i primi caldi della primavera le cozze di Bouchot nascono sulla costa francese. Le piccole larve sono captatate dalla natura con l'ausilio di corde tese orizzontalmente e crescono per tutta l'estate alternando il calore dei raggi solari alle tumultuose maree oceaniche.
Con l'arrivo di settembre le corde sono avvolte a spirale intorno ai bouchot, inizia la fase di affinamento e accrescimento del frutto, lo sviluppo delle cozze Bouchot avverrà durante l'inverno e la primavera seguente. Grazie all'alternarsi delle maree, come avviene con le ostriche, la cozza si abitua a rimanere chiusa, sviluppando quindi muscolatura e un notevole tasso di carne.
Da buoni italiani, cucinare le cozze è sicuramente nei nostri geni, ma l'approccio francese è degno di nota!
Prova ad utilizzare cipolla o scalogno leggermente dorati con un filo di olio d'oliva, è il primo passo per assaporare le cozze con un gusto diverso dal classico aglio. La cipolla darà dolcezza e leggera acidità, non è necessario sfumare con del vino bianco.
Bastano pochi minuti, utilizzando il coperchio velocizzerai il processo iniziale ma attenzione, per evitare che si secchino o diventino "gommose", rimuovi dalla pentola con una pinza le cozze aperte!
Un grande classico francese (e belga) prevede l'abbinamento delle cozze alle patatine fritte, non rabbrividire, provare per credere! E se proprio vuoi che tutti i preconcetti cadano, assaggiale con una fonduta di formaggio roquefort oppure con panna e curry.